La redazione di “Punto Nuovo Sport Show”, trasmissione radiofonica di Radio Punto Nuovo con Umberto Chiariello, Marco Giordano e Alessandro Montano, ha contattato il prefetto di Napoli Marco Valentini. Il dirigente è l’autore del provvedimento del rinvio della semifinale di Coppa Italia Napoli-Inter. La partita, ricordiamo, si doveva giocare stasera ed è stata rinviata a data da destinarsi. Il prefetto ha affermato di aver sentito le parti in causa – non l’Inter, che non aveva tifosi al seguito - e che il presidente De Laurentiis fosse d’accordo con la decisione del rinvio.
Queste le parole di Valentini sintetizzate dalla redazione di ForzaNapoli per i propri lettori.
“La decisione di non disputare la partita è stata mia. Prima di adottare questo provvedimento, come è buona prassi, si fa una riunione con tutti gli interessati: la società del Napoli, il Ministro della Salute. Non abbiamo sentito l’Inter perché la partita si giocava a Napoli, anche perché i tifosi dell’Inter per motivi di ordine pubblico non sarebbero potuti venire. Ovviamente la vendita dei biglietti era vietata ai residenti della Regione Lombardia.
Porte chiuse? Ipotesi scartata perché è sembrato più ragionevole posticiparla: c’erano biglietti già venduti. D’altronde anche Juventus-Milan è stata rimandata e abbiamo voluto tenere la stessa linea di condotta. La società è stata d’accordo fin dal primo momento. Sono arrivato qui da un mese, non posso rispondere a una domanda sui rapporti con la società , che attualmente si riferisce a qualcosa che è nel passato. Ora i rapporti con la società sono ottimi.
Adesso stiamo valutando un po’ di cose. Il decreto è stato pubblicato ieri in tarda serata e vedremo anche per il resto delle manifestazioni. Il decreto è chiaro sull’affollamento di tante persone in uno stesso luogo. Il paese sta vivendo un momento critico ed il tema centrale è l’epidemia che si evolve, quindi siamo molto impegnati nella gestione di quest’ultima. Il quadro giuridico normativo è abbastanza coerente, ma le normative sono soggette a continui cambiamenti.
Napoli ha anche altri problemi: ne sono l’esempio il caso dei colpi d’arma da fuoco contro una caserma dei Carabinieri e l’assalto al Pronto Soccorso dell’ospedale Pellegrini. La città non merita di infangare la propria immagine con questi atti gravissimi. Bisogna lavorare affinché atteggiamenti di questo tipo siano culturalmente banditi”.