Si sta molto discutendo in questi giorni rispetto al regime lavorativo dei tesserati di Serie A. Com’è noto, le società sono alla ricerca di un accordo per il taglio degli stipendi dei giocatori, che non si stanno allenando in gruppo e non giocano le partite in virtù della sospensione del campionato per l’emergenza sanitaria. Il Napoli – e tanti altri club con esso - ha dato ai propri calciatori un programma di allenamento personalizzato da seguire a casa. Di seguito il parere dell’avvocato Vigna, intervistato ieri a ‘Punto Nuovo Sport Show’, su Radio Punto Nuovo, che ritiene già questa una “richiesta di prestazione” meritevole della retribuzione. Di seguito le sue parole sintetizzate dalla redazione di ForzaNapoli.NET per i propri lettori.
“Mi occupo di arbitrati sportivi anche a livello internazionale e la FIBA ha cercato di mandare un messaggio alle varie Federazioni cercando di trovare accordi per evitare un contenzioso. Auspico che ciò avvenga anche in ambito calcistico, magari servirà anche qui un input dall’altro, ma sono certo che la FIGC vorrà un accordo tra tutti. Quello fatto dalla Juventus è sicuramente un accordo aziendale, di secondo livello, che potrebbe fare un po’ da guida per le altre società .
Credo che le altre società in questo momento stanno cercando di capire se la competizione ripartirà o meno, in una sorta di limbo. La Juventus aveva un problema legato alla quotazione in borsa, con un ribasso preoccupante. Ma credo che la politica attendista degli altri club, relativa anche alla prosecuzione o meno delle competizione, derivi dal fatto che gli scenari giuridici possono cambiare molto a seconda del fatto se la competizione si terrà o meno (come faceva notare Stendardo, ndr).
Qualora dovesse svolgersi, i giocatori saranno chiamati a lavorare. Se non dovessero ripartire, i calciatori si troverebbero impossibilitati definitivamente a poter svolgere il proprio lavoro. È evidente che tutte le prestazioni da oggi al 30 giugno sarebbero da considerarsi impossibilitate in maniera permanente. E quindi i club potrebbero optare per sospendere gli aspetti contrattuali. Cioè chiedere di non dover corrispondere i salari per i mesi nei quali la prestazione sportiva non è stata resa. Parliamo di norme che si applicano a tutti i contratti inclusi a rapporti di lavoro come quelli dei calciatori.Â
È però una situazione complessa perché bisogna andare a vedere cos’è la prestazione di un giocatore. Alcune società non stanno esonerando totalmente i giocatori dalle proprie prestazioni, ma già dare un piano d’allenamento a casa significa chiedere una prestazione. Nel momento in cui ci sarà più chiarezza, si parlerà di riduzione dei compensi. Quando si capirà la portata ed il fenomeno delle competizioni, potrà esserci una concertazione con l’AIC”.
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