Calcagno: “Sacrifici chiesti solo ai giocatori: è una brutta figura dei presidenti”

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Umberto Calcagno, vice presidente AIC, è stato intervistato in diretta su Radio Punto Nuovo, per parlare della questione legata al taglio degli stipendi dei calciatori. Queste le sue parole sintetizzate da ForzaNapoli.NET per i propri lettori.

“Quella della Lega non è una proposta, l’unica frase giuridicamente rilevante è quella dove si dice che è demandata la delegazione dei singoli. Se è un intendimento di tutti i presidenti ed andranno a contrattare su quella base con i singoli calciatori, non serviva un’assemblea di Lega. È evidente che non vogliono pagare, dalla UEFA in giù comunque dicono che bisogna fare il possibile per riprendere le competizioni, se ci sono le possibilità. Mi sembra solo una forzatura mediatica. Se poi la Lega vuole mettere in cattiva luce i giocatori, secondo me stiamo facendo tutti una brutta figura, in primis i presidenti nel trasmettere certi messaggi.

Noi non vorremmo creare contrapposizioni ma siamo in un sistema privatistico in cui le contrattazioni ci sono e continueranno ad esserci. Leggo sui giornali il valore di certi giocatori, ed il prezzo di alcuni riscatti… Oggi la sensazione è che si voglia chiedere sacrificio solo ai giocatori che avevano già detto di voler fare la loro parte. Noi chiediamo anche agli altri cosa vogliono fare. La Lega Serie A non ha mai battuto un colpo sull’ipotesi di un fondo, sebbene la Federazione sia d’accordo.

Abbiamo tanti ragazzi che vivono di sport, dei professionisti di fatto sui quali il sistema ha una responsabilità enorme. Ieri siamo riusciti anche grazie alla sinergia con la FIGC a far introdurre un primo sostentamento, 600 euro che erano inizialmente solo per i collaboratori, estendendoli anche agli atleti. Anche il sistema Federale dovrà riuscire a sostentare e creare un aspetto solidaristico.

Stiamo pagando una distribuzione delle risorse all’interno del nostro sistema che è sperequata. Quando tutti dicono di rifarsi all’esempio inglese, tedesco, allora dobbiamo guardare anche la redistribuzione dei ricavi. Le trattative verranno fatte dai singoli, noi dobbiamo creare un sistema migliore – non sulle bolle speculative – ma sui sistemi solidaristici interni. Iniziare a fare le riforme che da 10 anni paventiamo, creare una piramide solida che alimenta la parte apicale, è la vera scommessa che oggi abbiamo in mano.

Dobbiamo cavalcare l’onda dell’emergenza per fare una riforma, se ognuno continua a guardare il proprio orticello, restiamo in una situazione emergenziale. Spero di poter ragionare presto su come organizzare sulla fine della stagione perché vorrebbe dire essere usciti dall’emergenza. Rinunciare agli stipendi per creare il fondo? Una parte delle rinunce è destinato al fondo, questa è la nostra proposta. Quando si riprende? Quando il virus ce lo permetterà, dobbiamo lavorare per farci trovare pronti”.

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