Mattia Grassani, avvocato esperto di diritto sportivo e legale della SSC Napoli, ha concesso un’intervista pubblicata sull’edizione odierna del Corriere dello Sport. Il legale ha parlato nuovamente sulla questione del taglio degli stipendi dei giocatori e dei tesserati. Uno dei “nodi” da sciogliere in questa fase della stagione, sospesa a tempo indeterminato per l’emergenza sanitaria da contagi da Covid19.

La questione, com’è facilmente comprensibile, è particolarmente delicata. Ancor di più in casa Napoli, che quest’anno ha già vissuto la “crisi economica” dovuta alle multe combinate per il mancato ritiro dopo Napoli-Salisburgo, nell’autunno scorso. Grassani ha evidenziato nell’intervista che il taglio degli stipendi dei calciatori è del tutto legale considerate le circostanze. Ma con il ruolo importante dell’AIC nelle contrattazioni, potrebbe essere comportare davvero molto tempo definire quanto sarà sottoposto a decurtazione. L’altro fattore è l’eventuale ripresa del campionato: la lunghezza del periodo di stop potrebbe modificare in proporzione la somma. Di seguito le parole di Grassani.

“Il taglio degli stipendi dei calciatori è nella legge. Se tutte le attività sono state interrotte, non vedo come un club possa essere tenuto a corrispondere l’intero emolumento ad un atleta che non si è allenato e non ha giocato gare ufficiali. L’AIC è un sindacato forte, non può imporre ai singoli la riduzione, ma saprà come farla diventare legge all’interno della propria categoria. Sulla percentuale non entro in merito, la decurtazione è già legittima adesso per il periodo di inattività e sarà applicabile, sia qualora il campionato non riprenda sia qualora riprenda”.

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