Nell’incertezza generale causata dalla sospensione del campionato, e dall’evolversi dell’emergenza sanitaria in Italia per la diffusione del Covid19, c’è qualcosa che riguarda il mondo del calcio che è praticamente “già saltato” quasi senza colpo ferire. Si tratta della “carovana” dei ritiri estivi. Con la prospettiva di recuperare le giornate non disputate e le fasi finali delle competizioni europee tra luglio e agosto, la preparazione estiva della fase prestagionale 2020/21 è tacitamente saltata.
Era ovvio fosse così per la legge costituita dal proverbio latino “Ubi maior, minor cessat”. E parliamo di grandezze economiche, in questo caso. I ritiri muovono cifre ovviamente minori rispetto ad un terzo di stagione agonistica, e il loro destino è stato quella della tacita cancellazione. Resta però l’incertezza sull’inizio della prossima stagione. È plausibile la prospettiva di uno svolgimento dei ritiri a settembre? Magari con l’inizio del prossimo campionato in autunno? Non si sa, perché il mondo del calcio è interamente concentrato sulla definizione della ripresa del campionato 2019/20. Una ripresa che, qualora non ci fosse, metterebbe in crisi e a rischio fallimento un discreto numero di società . Che, a quel punto, non potrebbero “permettersi” nemmeno il ritiro.
Ad appesantire la situazione, almeno dal punto di vista organizzativo, c’è il divieto di assembramenti. Il ritiro – specialmente quello del Napoli – è da sempre visto come un’occasione di svago per famiglie in posti salubri, dove godere di aria fresca e scenari mozzafiato. Lo sa bene il sindaco di Dimaro Folgarida, Andrea Lazzaroni, che in un’intervista rilasciata ieri a Radio Marte ha spiegato come l’indotto turistico generato dall’arrivo degli azzurri nella località della Val di Sole sia il principale rimpianto dell’amministrazione. Di seguito le sue parole sintetizzate per i nostri lettori.
“Potrebbe arrivare un’ordinanza sui grandi eventi, come l’arrivo di club come il Napoli in ritiro. Solo se sarà possibile avere assembramenti sarà possibile avere un ritiro. Farlo a porte chiuse sarebbe brutto soprattutto per i tifosi. Con l’obbligo del distanziamento viene difficile avere numeri importanti. Non abbiamo novità provenienti da Napoli al momento.
Non avere il Napoli a luglio causerà un danno economico: il ritiro del Napoli è anche un riscontro importante a livello turistico. Poi sicuramente è diventato anche un appuntamento familiare e d’amicizia ma di fondo c’è il turismo e ci sono dei numeri importanti. Se avvenisse il miracolo noi saremmo pronti a ospitare il Napoli. Tutto parte dalla provincia, che decide, ma che ora ha cose più importanti da fare con il coronavirus. Sono sicuro ci interpellerebbero almeno per un parere“.