Pepe Reina, ex portiere del Napoli attualmente all’Aston Villa, ha rilasciato una lunga intervista pubblicata oggi dal Corriere dello Sport. Il giocatore spagnolo è positivo al  Covid19, ma in ripresa dopo i giorni peggiori della malattia. Ha dichiarato di non uscire di casa da 18 giorni: si trova anche lui in quarantena.

Reina, oltre a raccontare alcuni particolari dei giorni di malattia, ha ammesso di non essersi mai divertito a giocare come con Sarri in panchina. Ha poi raccontato del suo rientro al Napoli dopo l’esperienza al Bayern Monaco. Di seguito le sue parole sintetizzate dalla redazione di ForzaNapoli.NET per i propri lettori.

“Il Covid-19 mi è stato diagnosticato dai medici della Premier. Qui in Inghilterra i tamponi li fanno esclusivamente ai malati gravi, nel mio caso non vi erano dubbi. Virus. Il fisico ha reagito bene. A parte qualche momento non facile, è stato come se avessi avuto l’influenza, solo più pesante. Febbre, tosse secca, un mal di testa che non mi abbandonava mai, quel senso di spossatezza… l’unico spavento quando per venticinque minuti mi è mancato l’ossigeno, come se la gola si fosse improvvisamente ristretta e l’aria non riuscisse a passare….i primi sei, otto giorni li ho trascorsi chiuso in una stanza. Sono stato isolato dopo aver accusato i primi sintomi del virus. 

Napoli? È la mia dimensione naturale, a Monaco me ne accorsi subito, mi resi conto che volevo una vita diversa, esattamente quella che avevo lasciato. Aggiungici che al Bayern ero dietro a Neuer, la volontà di rientrare fu immediata. Non avrei potuto fare una scelta migliore, posso assicurare che non mi sono mai divertito tanto a giocare come nei tre anni di Napoli con Sarri. Non vedremo mai più una squadra muoversi in quel modo. Sarri riuscì a portarci al di sopra di limiti e potenzialità.

In quegli anni avete visto il miglior Koulibaly, il miglior Mertens, un Allan strepitoso, Albiol una guida formidabile, il contributo prezioso di Callejon e Insigne. Nella seconda stagione sembrava giocassimo a memoria: non c’erano primedonne, ma grande disponibilità e umiltà, il nostro leader era il gioco che ci aveva insegnato lui. Dissapore con De Laurentiis la prima volta? La verità è più semplice. Il Napoli avrebbe dovuto riscattarmi dal Liverpool, non si trovavano i numeri e quindi dovetti cercare un’altra squadra. Fu il presidente a riprendermi”.

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