Allan, problemi rientrati. Vagheggi: “Giocatore e club pensano a una soluzione”

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Claudio Vagheggi, agente sportivo e collaboratore dell’entourage di Allan, è stato intervistato a Radio Marte nel corso della trasmissione “Si gonfia la rete” di Raffaele Auriemma. È stata l’occasione per parlare di Allan e dei problemi avuti dal centrocampista brasiliano durante questa stagione.

Allan è stato al centro di almeno un paio di situazioni problematiche e complesse. L’ultima è generata dalla protesta dopo la sostituzione nella partita contro la Fiorentina, seguita dall’esclusione del giocatore dai convocati, e poi dalla partenza del centrocampista per il Brasile – autorizzato per la nascita della seconda figlia. In molti hanno ipotizzato dello strascico del malcontento del ragazzo per la mancata cessione al PSG del gennaio 2019. Quando Allan venne bloccato “valigie in mano” per la contemporanea cessione di Hamsik al Dalian. Nelle scorse ora Vagheggi ha indirettamente confermato il problema.

Che però, secondo le sue parole, sarebbe rientrato. Vagheggi ha fatto riferimento a una probabile soluzione – ipotizziamo un rinnovo, più che una cessione – che “lasci sereni tutti”. Vagheggi ha anche parlato delle problematiche legate alla ripresa dei campionati, inclusa quella della condizione fisica e del taglio degli stipendi. Di seguito le parole dell’agente a Radio Marte.

“Per quanto riguarda il futuro di Allan bisogna parlare con il suo agente brasiliano. Li ho sentiti quando il ragazzo ha avuto dei problemi, ora è tutto rientrato. È normale sbottare alla prima incomprensione quando un giocatore inizia a dover rifiutare cifre importanti e offerte da club come il PSG… Chiaramente sia lui che il club pensano a una soluzione per dare serenità a tutti. Non so a che punto sia adesso la situazione tra lui e il Napoli. Da due mesi non sento nessuno, ma sono sicuro che sapranno come gestirla. Il ragazzo è un grande professionista. 

Rincorrere una cosa così complicata come portare a termine la stagione per me non ha senso. Si rischia di rovinare non una ma due stagioni. La soluzione più corretta sarebbe quella di far salire le prime due dei campionati minori, con la Serie A a 22 squadre il prossimo anno. In ogni caso non si potrà accontentare tutti. Ci auguriamo di tornare a giocare a maggio ma è difficile, immagino anche lo stato d’animo di piazze come Atalanta e Brescia.

Sul taglio degli stipendi mi sembra ci sia piena disponibilità da parte dei calciatori, sono propensi. Non vedo un muro contro muro. Però la Lega non può agire per conto proprio. Hanno fatto passare per un accordo quello che non lo era. Non ci dev’essere uno più furbo dell’altro. Penso sia importante capire cosa succederà in generale con il calcio. I giocatori hanno dato disponibilità ma bisogna capire il finale di questa discussione. Inutile discutere se alla fine si riparte.

Poi c’è un’altra questione, quella legata alla condizione fisica: quando i giocatori hanno un periodo di vacanza estiva stanno attenti, si tengono in allenamento, lavorano all’aperto. Adesso lo fanno in casa con la cyclette, sembrano polli di allevamento. In due settimane saranno anche a posto ma c’è il rischio che si finisca per avere partite tra scapoli e ammogliati. I giocatori devono trovare una condizione ottimale e in due settimane è impossibile. Le squadre in lotta per la salvezza poi, che hanno rose meno lunghe, rischiano di finire per giocare con i ragazzi se hanno infortuni. Chi vincerà questo Scudetto è come se non avesse vinto niente. Non è poi che una squadra si può allenare e un’altra no. Se ci si potrà allenare a Napoli, bisognerà poterlo fare pure a Bergamo“.

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