Schwoch racconta: “Napoli sempre nel mio cuore. Andar via? Non ho avuto scelta”

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Stefan Schwoch, attaccante del Napoli protagonista della promozione azzurra in Serie A del 1999-2000, è stato intervistato nelle scorse ore in una diretta Live Instagram da NapoliSoccer.NET. Per l’ex giocatore, oggi commentatore su DAZN, è stata l’occasione per ripercorrere una parte della sua carriera e spiegare quali difficoltà potrebbero incontrare i calciatori in una eventuale ripresa, nel giro di alcune settimane, dei campionati. Queste le sue parole sintetizzate da ForzaNapoli.NET.

Quali sono i ricordi dell’esperienza azzurra?
“È stato un anno bello intenso, pieno di soddisfazioni e di tensioni, finito nel modo in cui tutti noi desideravamo. Quando vinci è sempre bello, il ricordo di quella stagione lo porteremo dentro tutti noi giocatori del Napoli, che abbiamo preso parte a quel campionato”.

Come mai sei andato via da Napoli?
“Non me ne sono voluto andare, mi hanno fatto andare via. Hanno preso in considerazione l’offerta del Torino, che all’epoca era tanto allettante e non si poteva fare diversamente. Sono andato al Torino perché non avevo altra scelta”.

Quali sono le tue origini?
“Sono nato a Bolzano, vivo a Vicenza ma i miei genitori sono meridionali di origine. Ho giocato a Venezia, una città particolare ed unica nel suo genere. Poi sono arrivato a Napoli che è una squadra, una tifoseria, una città ed un popolo che porterò per sempre nel mio cuore”.

Sogni di ritornare a Napoli come dirigente?
“Penso che ora sia tardi ma nella vita non si sa mai. In questo momento ho preso altre strade, tuttavia sarebbe bellissimo lavorare nella dirigenza del Napoli, rappresentare Napoli ed i napoletani. Attualmente non mi illudo, dal calcio sono uscito da un po’ di tempo ed ora mi occupo di commentare le partite di calcio su DAZN. Sarebbe troppo desiderare di entrare in una società così grande e prestigiosa come il Napoli”.

Più difficile fare il commentatore, il ds o il giocatore?
“Dipende da quanto uno si vuole impegnare in quello che fa, penso che se vuoi fare dei lavori al massimo sono tutti difficili. Per fare il calciatore ci vogliono tante doti innate. Il direttore sportivo con esperienza e grande dedizione riesci a farlo. Il commentatore sportivo puoi farlo se ascolti gli altri. Una cosa importante nella vita è saper ascoltare, tanti sentono ma non ascoltano”.

Con quale calciatore attuale ti piacerebbe giocare?
“Mi piacerebbe giocare con Insigne, è uno dei giocatori italiani più forte in circolazione, mette la palla dove vuole e per un attaccante avere uno come lui alle spalle è oro colato”.

Ti rivedi in Mertens?
“Le caratteristiche sono quelle. Brevilinei entrambi, bravi tecnicamente ma fisicamente non rispettiamo la stazza della prima punta centrale. Io in quel ruolo ho giocatori per anni, mentre lui negli ultimi anni è diventato un giocatore fortissimo in quella posizione. Come caratteristiche è il giocatore che più mi somiglia”.

Senti ancora qualcuno dei compagni della promozione?
“Non sento quasi più nessuno ma ho visto Stellone, quando allenava in B ed io commentavo le partite. Non mi capita di sentire più nessuno a telefono ma qualche volta ho sentito Massimo Oddo”.

Bellucci o Stellone con chi ti trovavi meglio?
“Erano due attaccanti forti e di valore assoluto, con caratteristiche diverse ma che si sposavano perfettamente con le mie. Ho giocato più con Stellone che con Bellucci. Roberto a causa di qualche infortunio di troppo, ha fatto molto di meno di quello che poteva fare. Mi sono trovato molto bene con entrambi sia dal punto di vista del gioco che dal punto di vista dell’amicizia fuori dal campo”.

Qual è il tuo rapporto con mister Novellino?
“Con mister Novellino ho avuto rapporto positivo. Siamo stati a Ravenna, poi siamo andati a Venezia e poi a Napoli. Il nostro rapporto andava oltre quello giocatore-allenatore, una volta siamo andati anche in vacanza insieme ed abbiamo un rapporto bellissimo, che tuttora coltiviamo. Sono molto legato a lui; infatti quando sono a Perugia a commentare le partite sono spesso a pranzo con lui”.

Qual è stato il difensore con cui hai avuto maggiori difficoltà?
“Ce ne sono tanti ma le battaglie più dure le ho fatto con Siviglia in B quando lui giocava all’Atalanta. Nei sei mesi di Serie A ho battagliato con Thuram, Cannavaro, Nesta e Maldini, i difensori più forti degli ultimi 20 anni che sono approdati in Serie A”.

Il campionato riprenderà?
“La ripresa del campionato è una cosa positiva. Se, valutando i rischi della salute di tutti, nessuno corre pericoli è giusto riprendere”.

Questo lungo periodo di sosta può causare tanti infortuni?
“Non credo, se gli infortuni vengono sono dovute a tante cose e non certo al periodo di sosta che hanno avuto. Pure dopo la fine del campionato, restano fermi per un mesetto ed alla ripresa difficilmente hanno problemi fisici. Si riprenderà piano piano, i valori si ribilanceranno e non ci saranno più i favoriti. Bisognerà vedere come i giocatori reagiranno, molto probabilmente più che avere problemi fisici potrebbe avere problemi mentali”.

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